Caffè Borbone: la tracciabilità della filiera e il progetto Mwanyi
Caffè Borbone, marchio leader nel settore della torrefazione e del caffè porzionato, ha avviato negli ultimi anni un percorso di sostenibilità ambientale e sociale in linea con gli obiettivi strategici del Gruppo Italmobiliare, di cui l’azienda fa parte dal maggio 2018.
Caffè Borbone è stato il primo brand a immettere sul mercato la cialda 100% compostabile con incarto riciclabile nella carta, che nel 2023 è stata il prodotto di punta dell'azenda, e sta ampliando la gamma prodotti con capsule compostabili e soluzioni post-consumo sempre più sostenibili. Inoltre, il caffè venduto come macinato o in grani attraverso l’e-commerce è classificato “Climate Pledge Friendly”, grazie a imballaggi ottimizzati per la spedizione. Questo impegno è proseguito con solidi programmi e iniziative concrete, supportati dall’adesione allo UN Global Compact, ai Women’s Empowerment Principles e, più recentemente, alla Science Based Targets initiative (SBTi), che guida le imprese in una climate action misurabile scientificamente.
In linea con l’obiettivo Net-Zero, dal 2022 l’azienda utilizza solo energia elettrica rinnovabile e presso lo stabilimento sono attivi due impianti fotovoltaici, con un terzo che entrerà in funzione nel 2024. Caffè Borbone sta inoltre dedicando particolare attenzione al contenimento delle emissioni climalteranti lungo tutta la catena del valore, un percorso che comporta la selezione e l’ingaggio dei fornitori, l’efficientamento dei processi produttivi, l’eco-design di prodotti e imballaggi e l’ottimizzazione della logistica.
Un ruolo fondamentale in questa transizione viene giocato proprio dalla catena di fornitura. La necessità di sviluppare un’efficace tracciabilità della filiera diventa particolarmente evidente quando si considerano le emissioni di CO2. Nel 2023, la carbon footprint di Caffè Borbone valeva oltre 230.000 tonnellate di CO2 tra Scope 1, emissioni dirette da uso combustibili e Scope 2, emissioni indirette da acquisto energia elettrica, e Scope 3, emissione della value chain. Di queste, il 74% è legato al solo Scope 3 Upstream, ovvero alla catena di fornitura “a monte” del processo produttivo. In particolare, ben il 75% delle emissioni Scope 3 Upstream di Caffè Borbone è imputabile alla voce “FLAG - Forests, Land and Agriculture”, ovvero legata alla coltivazione del caffè. Per tale motivo, l’azienda si sta concentrando sulla riduzione dell’impatto ambientale a monte del processo produttivo. Nel 2023, già oltre un terzo delle spese per forniture di beni e servizi e il 75% delle spese per l’acquisto di caffè crudo sono state destinate a fornitori che hanno avviato un percorso di decarbonizzazione con SBTi. Inoltre, l’azienda collabora attivamente con i fornitori strategici per armonizzare gli sforzi verso l’obiettivo comune del Net-Zero al 2050.
Oltre a ridurre l’impronta ambientale, Caffè Borbone promuove valori sociali ed equità lungo la filiera del caffè, supportando le comunità locali, incentivando pratiche agricole sostenibili e migliorando le condizioni di lavoro. Per questo nel 2022 l’azienda ha avviato Mwanyi, un progetto quinquennale sviluppato in partnership con Olam Food Ingredients, tra i principali fornitori mondiali di caffè verde, che mira a sviluppare le competenze e a promuovere progetti imprenditoriali di donne e giovani che lavorano nella catena di produzione del caffè in Uganda, luogo di nascita della qualità Robusta.
È significativo sottolineare che Caffè Borbone non ha stipulato contratti di fornitura con i produttori coinvolti nel progetto Mwanyi. L’investimento è esclusivamente orientato al sostegno delle comunità, con l’obiettivo di generare un impatto positivo a lungo termine in un Paese dove la produzione di caffè è la principale fonte di sostentamento per circa 1/3 della popolazione, pari a 1,7 milioni di famiglie (composte da 7 persone): una filiera a trazione femminile visto che il 40% dei dipendenti impiegati nel settore è donna.