Il Consiglio di Amministrazione di Italmobiliare che ha esaminato il bilancio 2016 chiuso con un utile di 759,8 milioni (19,5 milioni a fine 2015), ha deliberato di proporre all’Assemblea un dividendo di 1 euro per azione ante frazionamento (rispetto agli 0,4 euro del 2015), per un montedividendi totale di 22,9 milioni di euro (16,3 milioni nel 2015 2 distribuito su un numero maggiore di azioni che comprendeva anche le risparmio, convertite in ordinarie lo scorso settembre).
Il Consiglio ha inoltre approvato il progetto da sottoporre all’Assemblea per un’Offerta Pubblica di Acquisto Volontaria (OPAV) parziale sulle azioni della Società per un importo totale di 100 milioni di euro, a cui non aderirà il socio di maggioranza. Il prezzo di acquisto, pari a 50 euro per azione ante frazionamento presenta un premio del 7,9% rispetto alle quotazioni del 1 marzo, rettificato per effetto della proposta di dividendo e del 22,7% sulla quotazione media dei 12 mesi precedenti. L’offerta, ottenute le necessarie autorizzazioni, dovrebbe perfezionarsi entro il prossimo mese di luglio. Sarà inoltre proposto un frazionamento delle azioni Italmobiliare nel rapporto di due nuove azioni ogni una posseduta.
“Il 2016 - sottolinea il Consigliere Delegato Carlo Pesenti – ha rappresentato un anno straordinario per Italmobiliare, caratterizzato dal closing dell’accordo con HeidelbergCement e dal successivo piano di conversione in ordinarie delle azioni di risparmio, a conclusione dell’articolato disegno di rifocalizzazione e riorganizzazione del Gruppo avviato a metà 2015. Tenuto conto dell’incremento di valore registrato dal titolo Italmobiliare, oltre il 150% negli ultimi 5 anni in confronto al +20% dell’indice generale di Borsa, la proposta di un dividendo unitario che sale da 0,4 a 1 euro e il previsto piano di buyback rappresentano una forma moderna ed efficace di remunerazione per gli azionisti, in linea con le politiche adottate dalle maggiori investment holding internazionali. Il progetto di frazionamento delle azioni renderà poi più liquido il titolo in Borsa, sostenendo anche quel percorso di riduzione del NAV discount che negli ultimi 5 anni è passato dal 61,5% al 36%.”